CISTITE FELINA: UN GRIDO DI AIUTO
Quali sono le cause di cistite e quali terapie fare?

Quando un gatto manifesta sintomi da cistite, per il Veterinario si apre un mondo da esplorare: spesso la cistite è la manifestazione estrema di problemi pregressi che si sono accumulati per mesi o anni, in altri casi è una patologia acuta che trova impreparato il proprietario.
I sintomi sono caratteristici: il gatto inizia ad andare dentro e fuori dalla cassetta con molta frequenza, può tentare di urinare con sforzo emettendo urine abbondanti o poche gocce, l'urina può recare tracce di sangue, talvolta il gatto lascia gocce e pozzette in luoghi non abituali, può manifestare disagio e dolore e può arrivare a trattenere le feci pur di non sollecitare la vescica… In altri casi si osserva solo una lieve variazione nel comportamento o un incremento di aggressività.
Tale quadro sindromico viene definito con il termine FLUDT o "patologia delle basse vie urinarie" e viene classificato in forma ostruttiva e forma non ostruttiva.
Inoltre lo spettro della cistite "idiopatica" si aggira nelle sale visita e viene pronunciato con gravità: a questo link trovate un articolo in cui si approfondisce la forma idiopatica o FIC.
Cause di cistite
Vediamo in breve le cause più frequenti della cistite felina:
1- Cristalli urinari: la presenza di "sabbia" o "renella", come vengono anche definiti i cristalli, irrita e infiamma la mucosa della vescica e, se in grandi quantità, può determinare ostruzione uretrale impedendo il deflusso di urina.
2- Calcoli urinari: possono determinare irritazione e creare lesioni grazie all'azione meccanica contro la parete vescicale e anch'essi possono costituire un ostacolo al deflusso di urina.
3- Infezioni: spesso sono concomitanti alla presenza di cristalli, poiché la variazione del pH urinario indotto dall'infezione facilita la precipitazione di alcune sostanze normalmente presenti nelle urine. Batteri, funghi o virus possono colonizzare la vescica per via sistemica (infezione in altra sede veicolata dal circolo sanguigno), provenire dal rene o risalire attraverso l'uretra (infezione spesso di origine ambientale, talvolta da contaminazione fecale). Le infezioni sono frequentemente secondarie o associate a interventi chirurgici, tumori, difetti anatomici o funzionali, calcoli.
4- Parassiti: evento raro ma possibile. Pearsonema plica e Pearsonema feliscati (noti anche come Capillaria) sono nematodi che si localizzano nella vescica urinaria o, meno frequentemente, negli ureteri e nella pelvi renale. La parassitosi è in genere autolimitante ed è segnalata in maniera sporadica nel gatto in Italia.
5- Tappo uretrale: può formarsi per effetto secondario ad infiammazione della mucosa vescicale ed è costituito da "matrice proteica" (cellule della vescica, cellule del sangue e varie proteine). Talvolta può inglobare dei cristalli. Tra le varie cause della formazione del tappo uretrale si annoverano anche infezioni, tumori, calcoli, problemi neurogeni (paralisi vescicale).
6- Tumori: neoplasie primarie della vescica, metastasi o crescita di tessuto cancerogeno da aree limitrofe possono alterare la vescica nella sua anatomia e funzionalità.
7- Alterazioni anatomiche o funzionali: congenite o acquisite (ad esempio secondarie a chirurgia) possono interferire con il corretto svuotamento della vescica.
8- Problemi comportamentali: tutto ciò che interferisce con uno svuotamento regolare della vescica può scatenare una cistite. Ne sono un esempio i felini che non possono accedere serenamente alla cassetta con la lettiera (per competizione, collocazione inappropriata..) o non gradiscono il tipo di lettiera, che non sono abituati ad utilizzare la cassetta o hanno difficoltà a scavalcarne la sponda.
Occorre porre attenzione alla diagnosi perché si rischia di invertire la causa con l'effetto (es. è la FLUDT che induce anomalie nel comportamento).
9- Predisposizioni: alcuni soggetti sono maggiormente predisposti a sviluppare cistite, specialmente se sono in condizioni di stress. Sembra che il rischio maggiore sia presente in gatti adulti, sovrappeso, che assumono poca acqua, utilizzano la lettiera, non hanno accesso all'esterno, alimentati con crocchette, sterilizzati. I maschi sono più esposti alle forme ostruttive e nei gatti di razza Persiana l'incidenza della patologia è più elevata.
Come fare diagnosi?
Il primo passo per iniziare il percorso diagnostico è l'esame delle urine, che possono anche essere raccolte in modo non sterile. Con l'esame del sedimento si possono velocemente individuare cristalli (non calcoli!), parassiti e uova (raro), batteri e cellule. Con l'esame di tipo "chimico" si misurano i calori del pH, peso specifico, glicosuria, presenza di leucociti e sangue occulto e molti altri parametri.
L'esame ecografico è il secondo step, poco invasivo, che aiuta a individuare anomalie anatomiche, calcoli, ostruzioni, masse di varia natura. Tramite la cistocentesi eco-guidata si può prelevare un campione di urina sterile da inviare in laboratorio (indispensabile per effettuare un antibiogramma, ovvero per individuare la specie delle colonie batteriche e livello di resistenza agli antibiotici).
Vi sono poi altri tipi di indagine che vengono consigliati caso per caso, qualora non si arrivi ad una diagnosi certa. Anche una visita con un veterinario comportamentalista può essere utile, prima di emettere il verdetto di cistite idiopatica.
La cistite idiopatica
La diagnosi di cistite idiopatica o FIC si emette quando sono state escluse tutte le possibili cause scatenanti. Le ipotesi più recenti sostengono un coinvolgimento dell'innervazione della vescica, uno squilibrio dello strato protettivo della mucosa, alterazioni dell'urina e segnali di stress.
Lo stress e altri fattori concomitanti inducono un'infiammazione di base e il rilascio di neurotrasmettori da parte di terminazioni nervose nella vescica che scatenano o aggravano il dolore locale (infiammazione neurogenica). Si innesca un circolo vizioso che vede un'alterazione della permeabilità e dell'integrità della mucosa vescicale, incremento dello stato infiammatorio e ulteriore stimolazione delle terminazioni nervose.
Talvolta, anche quando viene rimossa una causa scatenante primitiva, permane una suscettibilità da parte della vescica a sviluppare recidive di natura idiopatica a seguito di stress.
Può quindi accadere che, pur avendo eliminato microrganismi nocivi, cristalli, calcoli, polipi, ecc. il gatto possa presentare periodicamente delle ricadute.
Il paziente soggetto a queste ricadute può sviluppare anomalie comportamentali: urinare fuori dalla lettiera, essere più aggressivo, vocalizzare, aumentare la marcatura, mostrare uno stato di ansia o paura, modificare le abitudini alimentari fino a sviluppare comportamenti compulsivi (es. toelettatura eccessiva di alcune aree, strappare il pelo).
Tale condizione aumenta sempre più lo stress e favorisce lo sviluppo di altre patologie.
Il gatto non ha nessun controllo sul dolore vescicale e qualsiasi evento esterno (una visita dal veterinario, variazioni del tempo atmosferico, lievi cambiamenti della routine della famiglia, ecc.) scatena una forma acuta con grande disagio e sofferenza.
Si giunge addirittura a sospendere esami e controlli di salute per timore di favorire un nuovo episodio di cistite, mentre non si indaga abbastanza su possibili fattori che andrebbero modificati (es. possibilità di accesso all'esterno, arricchimento ambientale, dinamiche nella relazione inter ed intra-specifica...). Un ulteriore approfondimento si trova in questo articolo.
Prevenzione e cura: quali opzioni con l'omeopatia?
Affinché una cura con rimedi omeopatici sia efficace è necessario rimuovere ogni ostacolo alla guarigione ovvero tutto ciò che "possa determinare o sostenere la malattia", come afferma Samuel Hahnemann nel paragrafo 94 dell'Organon, in particolare nelle situazioni croniche e recidive.
Il veterinario omeopata in tal caso analizzerà tutte le possibili cause scatenanti, individuando attraverso un'anamnesi molto accurata e le appropriate indagini diagnostiche i fattori che compromettono l'omeostasi del felino.
La raccolta dei sintomi clinici peculiari del paziente è indispensabile per caratterizzare le modalità reattive ed emettere una prognosi.
Nella scelta del rimedio omeopatico i sintomi manifestati dall'individuo ci guidano nella scelta del rimedio appropriato e per questo è molto importante la collaborazione del proprietario, che si cala nei panni dell'attento osservatore e impara a cogliere segnali che spesso si manifestano solo nell'intimità di casa.
Nei casi acuti vi è una rosa di rimedi che viene prescritta con maggior frequenza, spesso a bassa diluizione, per lenire i sintomi più intensi e dannosi. La sfida maggiore è intervenire nel paziente che manifesta recidive e che ha bisogno del "suo" rimedio per iniziare un vero percorso di guarigione, senza soppressioni dei sintomi e senza ricorrere continuamente a farmaci di sintesi.
In diversi casi la guarigione completa è irrealizzabile o per la gravità di una patologia sottostante o per l'impossibilità di rimuovere completamente l'ostacolo alla cura.
Un gatto che - ad esempio - è abituato ad accedere all'esterno e che per vari motivi (adozioni, traslochi) non può più uscire rimarrà sempre un soggetto frustrato. Con l'omeopatia possiamo ridurre il suo livello di stress ed ansia ma non potremo compensare il grado di benessere perduto.
Crediti immagine: www.vecteezy.com/free-photos/cat-urine