GATTI E PERMETRINA

16.03.2017 21:33

Accade con frequenza di essere consultata da proprietari angosciati che hanno somministrato al proprio gatto un prodotto contenente permetrina e che scoprono con orrore che il micio presenta segni di intossicazione. Telefonano o scrivono anche da luoghi molto lontani per ottenere qualche indicazione di “primo soccorso”, talvolta a causa dell’impossibilità di rivolgersi ad un veterinario vicino.

Ricordate che i sintomi possono presentarsi da subito oppure fino a 72 ore dopo il contatto con la permetrina (via cutanea, orale, inalazione).

Anche il contatto stretto con cani appena trattati oppure leccare il loro manto può portare ad intossicazione.

In questo articolo darò dapprima alcune indicazioni di base per “mettere in sicurezza” il gatto che non presenta sintomi nell’attesa dell’intervento veterinario, che rimane indispensabile.

1 – Contattate comunque un veterinario, anche dopo aver letto consigli su internet o ascoltato amici: la falsa sicurezza che deriva dal sentirsi capaci di affrontare il problema può mettere a rischio il vostro gatto!

2 – Lavate il gatto.  I prodotti antiparassitari che contengono permetrina si applicano come spot-on sulla cute e la sostanza si diffonde attraverso il film che la ricopre naturalmente. Il lavaggio con prodotti ad azione detergente e sgrassante aiuta la rimozione del prodotto e ne limita l’assorbimento. Poi asciugatelo molto bene.

3 – Utilizzate un detergente adatto all’uso cutaneo (No a sapone per i piatti o detergenti per la casa, anche se sgrassanti!). Utilizzate acqua a media temperatura (30-40 gradi).

4 – Se è già passato del tempo dall’applicazione della fialetta spot-on (oltre 12 ore) il lavaggio è consigliato ma una buona parte del prodotto è già stata assorbita ed entrata in circolo: servono ulteriori cure.

Se il gatto presenta uno o più sintomi (convulsioni, tremori, difficoltà nel camminare,  rigidità, pupille dilatate, lingua estroflessa, cecità) è fondamentale l’intervento del veterinario. Nell’attesa potete aiutare il gatto in questo modo:

1 – Mantenete il gatto al caldo. Le convulsioni e l’immobilità possono favorire l’ipotermia. Meglio porre vicino una fonte di calore (una bottiglia di plastica riempita di acqua calda e avvolta in un asciugamano, posta a contatto con la schiena e/o il ventre) piuttosto che coprirlo con un panno, poiché potrebbe provare fastidio e avere un attacco convulsivo nel tentativo di liberarsi.

2 – Lasciate il gatto in ambiente tranquillo, silenzioso, in penombra e al caldo. Qualsiasi stimolo, dalla carezza al suono della voce, dai riflessi di luce alle vibrazioni della superficie possono scatenare attacchi convulsivi.

3  – Controllate che il respiro sia regolare, in caso contrario sollecitate l’intervento del veterinario.

4 – Non forzatelo a bere/mangiare.

5 – Controllate che urini regolarmente.

In genere è meglio portare il gatto sintomatico in una struttura veterinaria attrezzata per far fronte alle emergenze.

Il veterinario provvederà a visitare e monitorare i parametri vitali del gatto e interverrà per placare le convulsioni, prevenire la disidratazione e l’ipotermia, regolarizzare la respirazione, evitare il blocco renale.

COSA PUO’ FARE L’OMEOPATIA ?

Nei casi in cui non è possibile somministrare gli anestetici ad azione anticonvulsivante, o nel caso in cui il gatto sia resistente al trattamento, alcuni rimedi omeopatici possono tornare utili per differire gli attacchi e aiutare l’organismo a superare l’intossicazione.

Non esiste un unico rimedio omeopatico valido per tutti: in base alle caratteristiche del paziente e delle manifestazioni cliniche il veterinario prescriverà la cura adeguata.

Nel periodo di convalescenza è possibile effettuare un drenaggio per facilitare la rimozione di tossine senza sovraccaricare gli organi che hanno sofferto di più.

Attenzione anche a perdite di peso importanti in breve tempo: con lo smaltimento della massa grassa possono andare in circolo sostanze lipofile (anche da vecchi trattamenti) che si accumulano in modo eccessivo nel circolo sanguigno e possono scatenare ulteriori intossicazioni di vario genere.

Evitate assolutamente il fai-da-te, sia che si tratti di rimedi omeopatici, sia di fitoterapici o Fiori di Bach: potreste aggravare la situazione!